Alimentato da due fiumi tributari, l’Amu Darya e il Syr Darya, le cui acque in epoca sovietica furono deviate allo scopo di irrigare i campi di cotone al grido della propaganda del regime dell’epoca. Oggi il lago d’Aral è poco più che uno stagno e il suo prezioso ecosistema è ormai agli sgoccioli.
I numerosi pescherecchi che una volta solcavano le sue acque pescose oggi sono carcasse arrugginite adagiate su un fondale desertico. Sabbia dove una volta c’era un meraviglioso lago salato, un silenzio assordante dove una volta c’era il “rumore” della vita.
Il lago d’Aral è ormai solo questo e nessuno può far nulla, la sua morte è ormai irreversibile.
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