Dopo troppe reticenze ecco farsi largo in tutta Europa una nuova filosofia di sci, fatta di azioni sostenibili messe in “pista” (è proprio il caso di dirlo) da parte delle stazioni sciistiche.
Tra l’Italia e la Svizzera ad esempio, grazie al progetto “zone sciistiche climatiche alpine” assistiamo a tutta una serie di interventi ecologici che puntano ad ottenere un risparmio energetico e la produzione da fonti rinnovabili.
Impianti di risalita alimentati a energia solare, mezzi da neve di ultima generazione sci usati che riciclati diventano combustile. Sono solo alcuni degli esempi realizzati presso la skiarea di Carezza che coinvolge ben 40 km di piste e 15 impianti di risalita.
Attraverso i tappeti energetici si produce energia pulita, primo passo per sfruttare l’energia naturale tra l’approvazione ed il divertimento degli sciatori. Sia grandi che piccini.
Sciare a impatto zero è possibile. La dimostrazione ci giunge dall’ecostazione sciistica di Subiaco sul monte Livata, attrezzata di nastri di trasporto amovibili che sono rimossi a fine stagione. Mezzi di trasporto come gatti e moto delle nevi di ultima generazione e quindi a basso impatto ambientale. Senza dimenticare il solarskilift di Tenna sulle Alpi Svizzere, la pista di sci ricoperta di fotovoltaico di Amburgo e la stazione sciistica indoor di Wittenburg che già da alcuni anni utilizza esclusivamente l’energia autogenerata dal proprio impianto fotovoltaico.
Per il futuro invece si pensa agli impianti fotovoltaici, i dissuasori e i sensori per non far andare a vuoto le funivie.
Non va di certo dimenticata l’imporanza di riciclare in modo corretto gli sci dismessi, vera connotazione dello sciatore green. A ricavare energia dai vecchi sci ci pensa un’azienda francese, la Tri-Valles. Una volta recuperate le parti in plastica e in metallo vengono destinati alla rifusione oppure bruciati per produrre calore. In questo modo è stato calcolato un risparmio di una tonnellata di petrolio ogni tre tonnellate di sci riciclati.
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