In occasione dei #Waterevolution day, abbiamo avuto modo di visitare l’impianto di depurazione di Bresso-Niguarda da cui il Consorzio CAP ricava biometano a Km zero per autoveicoli, direttamente dalla lavorazione dei fanghi e delle acque reflue dell’area metropolitana di Milano.
Per capire l’importanza di tale attività basta sapere che viaggiare con auto alimentate a biometano riduce le emissioni di CO2 del 20% rispetto ad un normale veicolo a benzina e che in fatto di spese di carburante il risparmio è del 60%. La rete di distributori di metano ad oggi conta oltre 1.000 distributori dislocati sul territorio nazionale ma è in continua espansione grazie anche alla spinta che le case automobilistiche hanno dato in questi ultimi anni alla produzione di vetture a metano.
Ma come si ricava biometano da fanghi e acque reflue? Per prima cosa le acque che giungono al depuratore vengono si rimuovono gli elementi inquinanti dall’acqua attraverso l’utilizzo di batteri per poi passare alla disinfezione attraverso l’esposizione ai raggi ultravioletti. A questo punto l’acqua resa nuovamente pulita è rimessa in natura. Ciò che è stato eliminato dalle acque rappresentano i fanghi di depurazione che vengono fatti fermentare attraverso il digestore anaerobico producendo biogas.
Già a questo livello è possibile utilizzare il biogas come fonte di energia termica ma con un’ulteriore lavorazione si separa il metano dal biogas ottenendo un carburante interamente pulito e rinnovabile. Con i restanti fanghi delle acque reflue vengono utilizzati come fertilizzanti, nella cementificazione o per la produzione di energia termica.
Quello che abbiamo potuto osservare è un vero caso di successo nel campo del riciclo, il pieno all’auto con il fango è realtà e speriamo che tale modello possa diffondersi in tempi rapidi su tutto il territorio nazionale e non.